Gli avellinesi hanno diritto al collegamento via ferro con Napoli e all’Alta Velocità/Alta Capacità. Aspetto sul tema una mozione unitaria del Consiglio Comunale di Avellino. L’ho proposto nel corso di un consiglio comunale monotematico lo scorso 20 aprile 2022.
Per la città capoluogo non è previsto alcun collegamento con Alta Velocità e Alta Capacità. Lo dicono con chiarezza: l’Accordo Quadro tra Regione Campania e Rete Ferroviaria Italiana; la risposta alla mia interrogazione alla Giunta regionale da parte di Acamir; la lettera di Rfi al Consiglio Comunale di Avellino.
L’unica cosa che avremo probabilmente è l’elettrificazione della linea Benevento – Avellino – Salerno che secondo Rfi dovrebbe partire nel 2024. Ma è bene però ricordare che De Luca già nel 2015 annunciava questa opera come imminente.
Avellino non può accontentarsi della sola elettrificazione, gli avellinesi hanno il diritto di avere un collegamento diretto con l’Alta Velocità e l’Alta Capacità come tutti i cittadini campani.
Queste vicende dimostrano ancora una volta che, nel programma di governo di De Luca, l’Irpinia è ai margini. La programmazione regionale non tiene minimamente conto degli interessi della città e della provincia.
E’ stato chiaro per la sanità ora lo rivediamo con i trasporti.
Auspico che il Consiglio Comunale del capoluogo dimostri orgogliosamente di saper rappresentare i propri cittadini in maniera unanime, convinta e forte. Si tratta di fare pressione politica sul governo regionale con un atto unitario, fuori dalle beghe della politica e dei ragionamenti di appartenenza. Questa è una battaglia per il territorio.
Se invece della mozione unitaria sulla ferrovia, il Consiglio Comunale dovesse lasciarci come eredità il teatrino dei politici che battibeccano sul tema, vuol dire che questi nostri rappresentanti non hanno capito molto di quanto ci stiamo giocando.
Andrebbe infatti compreso quanto sia centrale il tema del trasporto su ferro in un contesto di “economia di guerra” per dirla con Cingolani, nel quale la transizione ecologica va spinta alle estreme conseguenze.
Lo stesso dibattito sulla Eboli-Calitri appare quanto mai attuale. Questa tratta ferroviaria va riattivata al più presto, se vogliamo far decollare il piano di rilancio e recupero dei borghi e dei territori delle aree interne della Campania, ripristinando al contempo una linea di connessione tra le coste del Tirreno e dell’Adriatico.
L’ho ribadito insieme al presidente della Commissione regionale Aree Interne Michele Cammarano a margine dell’audizione in commissione delle associazioni e gli amministratori dei territori interessati.
Grazie a questa tratta possiamo mettere in collegamento Napoli con Foggia, attraversando la valle del Sele in un senso, e Avellino nell’altro, togliendo dall’isolamento l’Alta Irpinia, la Basilicata e molti territori della Puglia. Con il via libera allo studio di fattibilità con Rfi da parte del presidente della Commissione Trasporti Luca Cascone, compiamo un passo avanti importante per far ripartire l’opera, dopo oltre un decennio di battaglie e appelli delle comunità locali.
E’ una delle possibilità che si presentano per arginare lo spopolamento, rafforzare l’incremento turistico anche in vista della Ciclovia dell’Acqua da Caposele ai templi di Paestum, ma soprattutto ci dotiamo di una strada ferrata per il trasporto merci. La bretella ferroviaria, di circa 33 km, dovrebbe nascere in concomitanza della nuova linea di Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria e collegherà la Valle del Sele, la Valle dell’Ofanto in Alta Irpinia con la Basilicata, fino ai territori del Vulture-Melfese e Rocchetta Sant’Antonio in Puglia, attraversando direttamente e indirettamente circa 40 Comuni, 12 Aree Industriali, 35 Aree Pip, costruite dopo il terremoto del 1980 e mai messe in rete. Un progetto che coinvolgerà una popolazione potenziale di 250.000 persone, con ricadute incredibili sotto i profili commerciale, industriale e turistico.