Il disegno di legge regionale sull’Urbanistica, oggi approvato in Consiglio regionale con il voto contrario del Movimento 5 Stelle, per amore della verità e per rispetto dei cittadini dovrebbe essere rinominato in “Disposizioni in materia di liberalizzazione edilizia”. Questo perché interviene in una materia caratterizzata da strumenti urbanistici di pianificazione e programmazione territoriale che hanno un grave vulnus: quello di non essere aggiornati. Consentire di ampliare del 20/30% le costruzioni esistenti, senza Piano di assetto territoriale e Piano Paesaggistico regionali, senza Puc approvati in decine e decine di comuni campani, è un azzardo che aprirà le porte a un vero e proprio far west.
Già in commissione urbanistica abbiamo evidenziato le maggiori criticità formulando appositi emendamenti soppressivi. Emendamenti che provavano ad arginare norme che agiscono in barba alla transizione ecologica, al risparmio di suolo, alla riqualificazione di quanto già edificato, alla necessità di proteggere un territorio martoriato e a rischio idrogeologico. Nel bocciare questo disegno di legge, come Movimento 5 Stelle, siamo in buona compagnia. Ricordo le critiche mosse da Legambiente e dal Fai, che hanno sottolineato nelle audizioni alla Commissione urbanistica a più riprese le contraddizioni devastanti che oggi la maggioranza sceglie di avallare”.
Una riforma di questa portata mancava da quasi 20 anni, eppure si decide di approvarla in appena 20 giorni. Pochi minuti di confronto in commissione urbanistica a poche ore dalla presentazione degli emendamenti sono un’evidente presa in giro. Inoltre, introdurre questa normativa ci espone al rischio di contenzioso davanti alla Corte Costituzionale, in quanto si tratta di materia legislativa concorrente, lo dicono le schede tecniche di accompagnamento della proposta di Ddl. Ma nelle more di un intervento della Consulta, ci sarà un gravissimo attacco al territorio”.
Per tutte queste ragioni, come gruppo Movimento 5 Stelle abbiamo espresso voto contrario a questo disegno di legge che avrà l’unico effetto di dare libero sfogo al partito del cemento.